L’archivio e la biblioteca di Unione Italiana vini sono stati riconosciuti come beni culturali
L’archivio e la biblioteca di Unione italiana vini (Uiv) sono “beni culturali” in quanto “viva testimonianza della storia dell’enologia” e della “comunicazione di un’impresa a livello nazionale e internazionale, che ha attraversato l’intero Novecento fino ai giorni nostri”. E stato riconosciuto, quindi, il loro valore storico e culturale, come ha stabilito il decreto della Soprintendenza Archivistica e Bibliografica della Lombardia.
Qui, infatti, viene documentato oltre un secolo di attività pratica, amministrativa, giuridica e di ricerca di Unione italiana vini, un patrimonio che d’ora in avanti l’associazione dovrà tutelare assicurandone la pubblicità e la fruibilità da parte di tutti gli interessati.
“Questo riconoscimento è un primo traguardo nell’opera di valorizzazione del ruolo che la nostra associazione ha rivestito nel sistema Italia in 125 anni di lavoro – ha commentato il segretario generale Uiv, Paolo Castelletti – l’archivio e la biblioteca potranno rappresentare dei ‘serbatoi’ culturali da cui attingere per operazioni di brand heritage, marketing e comunicazione”.
Nell’archivio, conservato a Milano negli uffici via San Vittore al Teatro, c’è un patrimonio di documenti dal 1895 ai giorni nostri. Tra le carte più antiche figurano i volumi manoscritti con i verbali del Consiglio e delle Assemblee, le circolari e i comunicati diffusi tra il 1920 e il 1933, e le schede di adesione all’Unione dal dopoguerra a oggi. Ci sono anche le pubblicazioni edite da Uiv, come “Il Corriere Vinicolo” (dal 1928) e la rivista illustrata “Enotria” (1922-1999). La biblioteca, invece, attiva dal 1929, conta migliaia di volumi, anche non reperibili in altre biblioteche italiane. Tra i più ricercati, la “Storia della vite e del vino in Italia” di Arturo Marescalchi e Giovanni Dalmasso (1931-1937) e “Le uve da tavola” di Giovanni Dalmasso (1946), o riviste come il “Giornale Vinicolo italiano” di Casale Monferrato (1876-1895), la collezione dal 1946 al 1991 del “Bulletin de l’office international du vin / Office international du vin (OIV)”.
Un progetto che ha come scopo, ha spiegato l’archivista incaricato Francesco Emanuele Benatti “quello di creare il più importante centro nazionale di documentazione del comparto vitivinicolo”.