Uno Champagne moderno ma radicato nella tradizione: fermentazioni da lieviti naturali e lunghissimi affinamenti per un sorso preciso e avvolgente
Da cinque storici Premier Cru di Vrigny e dall’audacia di piccoli vignerons, ecco una gran bollicina capace di guardare avanti, al futuro della viticoltura: “L’Hommée” è lo Champagne Roger Coulon, da terroir storici della Montagne de Reims, a Vrigny, (Francia), che Isabelle e Eric Coulon hanno ricevuto in eredità insieme alla maestria coltivata da generazioni di vignerons.
Ecco in breve la sua storia: questo Champagne prende il nome da un’antica unità di misura della terra di epoca prenapoleonica che veniva usata per indicare l’area del vigneto che un singolo uomo era in grado di lavorare in un giorno. Un nome che già di suo è intriso di storia ma che guarda verso il futuro se si considera lo stile e l’approccio della famiglia Coulon alla viticoltura e alla produzione. Eric e Isabelle difendono quotidianamente la denominazione per tramandarla ai loro figli e a chi li seguirà. Sono l’ottava generazione della famiglia che dal 1806 ha mano a mano incrementato la proprietà vitata, fino ad arrivare agli attuali circa 10 ettari quasi tutti classificati Premier Cru, con suoli e microclimi diversi che conferiscono grande ricchezza aromatica. I vigneti sono piantati al 40% Meunier, al 30% Pinot Noir e al 30% Chardonnay. Qui le viti si trovano a un’altitudine tra i 150 e i 230 metri sul livello del mare e hanno un’età che va dai 30 ai 50 anni: la particella più vecchia è del 1924 e una, dal nome Les Linguets, venne piantata nel 1953 a piede franco, su un suolo sabbioso capace di impedire lo sviluppo della fillossera.
Per guardare alla tradizione proiettandosi però alla modernità, la famiglia ha adottato scelte radicali che iniziano in vigna, con la conservazione della naturalità del suolo, poi proseguono in cantina con le fermentazioni da lieviti presenti sulle bucce, e arrivano a lunghissimi affinamenti – almeno il doppio del minimo legale di 15 mesi – per garantire la qualità e l’ottimale maturità dello Champagne.
“Prendo la vigna così com’è, con il suo passato e il suo presente – ha spiegato Eric Coulon – la prendo nel suo insieme e mi adatto a essa: moderando i suoi eccessi e regolandone l’equilibrio può dare il grande Champagne che questo terroir eccezionale consente”.
Nasce così L’Hommée, blend 60% Chardonnay e 35% Pinot Nero da Village Premier Cru in cui risiedono i terroir più storici e emblematici del vigneto Roger Coulon. Le viti sono allevate in regime rigorosamente biologico e agroforestale, basato sull’osservazione, la comprensione e il rispetto degli equilibri naturali. Per questo motivo a determinare la scelta e la proporzione delle uve che compongono la cuvée è l’andamento bioclimatico di ogni anno. All’esame visivo questo Champagne presenta bolle sottili, dal lento ascendere, che evidenziano un colore dorato e brillante. Al naso, note di brioche e burro, ciliegia, lampone, spezie e vaniglia. In bocca lo Champagne giunge preciso e ben bilanciato, con finale lungo e avvolgente.
E allora…