Una piccola guida per capire che sono accostabili ma non sempre coincidono
La bollicina italiana più famosa e venduta nel mondo? Sicuramente il Prosecco! Pensate che nel 2022 il Prosecco Doc ha raggiunto un valore stimato di vendita di oltre 3 miliardi di euro, per un totale di 638,5 milioni di bottiglie vendute. Nei primi sei mesi del 2023 le cose non sono andate benissimo per il settore vitivinicolo, neanche per le nostre bollicine, che, soprattutto parlando di export, hanno subito una frenata rispetto al passato. Restano comunque un comparto fondamentale del made in Italy e la speranza è che da qui a fine anno i numeri possano crescere di nuovo. Ma perché il Prosecco è tanto famoso e venduto anche all’estero? La produzione è alta, anche perché è racchiusa in una “zona”, passatemi il termine, relativamente piccola, ma molto “dedicata”; e anche i costi sono relativamente più contenuti. E poi si adatta alle bevute semplici, agli aperitivi, ai cocktail d’aperitivo e il costo anche è per tutte le tasche.
Oggi, infatti, volevo approfondire proprio questa questione. Mi capita sempre più spesso di sentire grande confusione tra chi non se ne intende di vino; ho sentito confondere molte bollicine, parlare di una tipologia o di un’altra senza capire la differenza e in alcuni casi ce ne è davvero molta. Allora, se pur a qualcuno sembrerà banale, ho deciso di fare chiarezza ed elencare i motivi per cui Spumante e Prosecco non sono la stessa cosa, sono accostabili ma non coincidono in assoluto. Capiamo perché.
Innanzitutto quando parliamo di Spumante, parliamo di una tipologia di vino: è un vino caratterizzato dalla presenza di anidride carbonica, in quantità superiori rispetto ai comuni vini frizzanti (il più famoso il Lambrusco). Può essere prodotto con vari vitigni (ad esempio Chardonnay, Pinot Nero, Pinot Bianco, Pinot Meunier, ecc. e con vari metodi.
Il prosecco è una DOC o DOCG, e si può produrre solo in alcune zone (Veneto su tutte, Friuli Venezia Giulia) e da pochi vitigni secondo il disciplinare: Glera, presente almeno in quantità pari all’85% e il restante 15% può venire dalle quattro varietà autoctone – Verdiso, Bianchetta Trevigiana, Perera e Glera lunga – e da altre quattro internazionali – Pinot Bianco, Grigio, Nero e Chardonnay. Non necessariamente è in versione spumante, c’è anche in versione ferma, il cosiddetto prosecco “tranquillo”. Se è in versione bollicina quasi sicuramente parliamo di Metodo Charmat o Martinotti: rifermentazione in autoclave (serbatoii in acciaio inox) a temperatura e pressione controllate. Il risultato sarà un vino fresco e aromatico, con costi minori per produrlo e molto piacevole, da bere subito e non da invecchiamento.
Se parliamo di Spumanti in generale, invece, spesso sono prodotti con Metodo Classico (o Campenoise), quindi la seconda fermentazione avviene in bottiglia e in generale i tempi sono molto più lunghi e accurati. Ma gli Spumanti sono prodotti anche con Metodo Charmat e c’è anche il Metodo Ancestrale.
Quindi? Direte voi: il Prosecco è uno Spumante? Sì, è “anche” uno Spumante ma non solo; e deve soprattutto rispondere a determinate caratteristiche che sono irrinunciabili per attribuirgli quell’etichetta. Se poi mi chiedete cosa ne penso io, vi dico che un tempo bevevo molto Prosecco, oggi adoro il Metodo Classico (Franciacorta, Trento DOC, ne riparleremo,… ); ma tra i prosecchi, se devo berlo, ho una passione per quello che vedete in foto, “Val d’Oca”. Provare per credere.
E allora….