Non solo Mosella: dall’Alsazia all’Italia, un vitigno a bacca bianca tra i più complessi e intriganti
È uno di quei vitigni che amano il freddo, resistono molto bene, anzi, ai climi più rigidi e amano i territori più difficili, da cui prendono proprio quelle note “croccanti”, e un po’ spigolose che tanto lo contraddistinguono. Dà vini eleganti e particolari, complessi per le sfumature aromatiche, che piacciono agli esperti e intrigano i neofiti.
Parliamo di un vitigno a bacca bianca, il Riesling, dai grappoli giallo-verdi con acini tondeggianti; uve che hanno una lenta maturazione, se però il clima è caldo e molto soleggiato, matura rapidamente e bisogna fare attenzione!

È uno dei vitigni simbolo della Germania, anche per questioni climatiche, appunto. Qui già nel 1.400 queste uve venivano coltivate lungo le rive del Reno e oggi la sua patria per eccezione è la Mosella. Ma non è un’esclusiva tedesca, se ne trovano belle espressioni anche in Alsazia, in Francia, in Austria, Italia – soprattutto in Trentino Alto Adige e nell’Oltrepo Pavese, dove c’è addirittura la piccola “Valle del Riesling” – in Nuova Zelanda, Australia, Stati Uniti.
I vini ottenuti da questo vitigno hanno delle caratteristiche ben precise tra cui una spiccata acidità, con spesso sentori agrumati e floreali (fiorellini bianchi). Inoltre, cosa non scontata per i bianchi, parliamo di vini che possono evolvere bene negli anni, invecchiano tranquillamente – anche 10-15 anni – diventando più importanti. Possiamo dire che se si beve un Riesling giovane si potranno riconoscere sentori di pompelmo, lime, mela verde, erbette di campo; se invece ne proviamo uno con diversi anni alle spalle emergeranno probabilmente mele mature, qualche nota tropicale, ananas, albicocca, miele, tutte note che possono ritrovarsi anche in quei vini prodotti in zone più calde e miti: ma c’è sempre sul finale quel tipico tocco di “idrocarburi”, benzina, pietra focaia, cherosene, gesso, che tanto rende questo vitigno riconoscibile (soprattutto quelli della Mosella).

Un vitigno ricco, bello complesso già di per sé, che viene usato a volte, anche se non si direbbe, per i vini dolci, che risultano molto minerali e gradevoli.
La valle della Mosella è davvero la patria dei Riesling, con i suoi terreni di ardesia, i pendii e il clima rigido: qui si producono vini delicati, agrumati, profumati e minerali, mentre nella regione del Rheingau se ne trovano di più strutturati e intensi, che profumano di pesca matura. Si può inoltre parlare di due tipologie di Riesling: quello “Italico”, che in realtà viene dalla Francia, e quello “Renano”, che è originario della Germania; il secondo risulta più elegante e complesso.
Inoltre in Germania c’è un’ulteriore classificazione: si parla di Riesling “Kabinett” quando le uve vengono raccolte precocemente, dando poi luogo a vini più esili e leggeri; se invece troviamo la dicitura “Spatlese”, si riferisce a una vendemmia tardiva, con uve alla piena maturazione, quindi vini più di corpo e profumi variegati. Per quelli “Auslese” la vendemmia viene ancora dopo, con un’accurata selezione di grappoli, perché si vogliono ottenere vini dolci e molto eleganti. Per arrivare ai “muffati”, con i grappoli più che maturi attaccati da muffa nobile: in questo caso “Beerenauslese” e “Trockenbeerenauslese” (nel secondo gli acini attaccati sono secchi, quindi i vini dolcissimi). Inoltre, ci sono i cosiddetti “Eiswein”, quando la raccolta delle uve si fa in inverno, con gli acini ghiacciati. Come indicazioni si usano poi “Trocken” per un vino secco e “Halftrocken” per un semi-secco.
E tu di che Riesling sei?
E allora…
