Vini fermi, spumanti: quali differenze, analogie e caratteristiche di ogni formato e tipo
Anche l’occhio vuole la sua parte ma non è solo e sempre una questione di estetica. Vi siete mai chiesti perché le bottiglie di vino spesso si differenziano l’una dell’altra? E avete cercato di capire il motivo per cui ad esempio quelle degli spumanti sono così diverse dalle altre? Proviamo a fare un po’ di chiarezza, cercando di essere semplice e breve, come sempre, per rendere il vino alla portata di tutti e dare qualche strumento in più per capire cosa si acquista e si beve.
°La bottiglia più diffusa è quella “Bordolese”, chiamata così perché originaria della zona di Bordeaux in Francia, patria di grandissimi vini: la trovate solitamente scura per i rossi e trasparente o verde chiara per i vini bianchi. È a cilindro, ha i lati belli dritti, il collo corto e la spalla ben pronunciata, cosa che agevola la separazione di un eventuale fondo-residuo dell’affinamento. Ha una sua versione a spalla alta riservata a vini speciali, particolari, è puramente una questione di estetica, è una bottiglia più elegante.
° Abbiamo poi la bottiglia “Renana” o “Alsaziana”, usata prevalentemente per i bianchi. È più affusolata, allungata e con la spalla poco pronunciata, viene dall’area del Reno, in Germania, da qui il nome. I bianchi in questo tipo di bottiglie raramente hanno “deposito” o fecce da dover separare.
° Dalla Borgogna, altra terra di eccellenze francesi, la “Borgognotta”, in origine verde, usata per rossi e bianchi, di forma cilindrica, spalla poco pronunciata, ma con la forma più “cicciotta”, passatemi il termine, della Renana, e con il collo meno affusolato.
° Tipica dei rossi piemontesi è l’ “Albeisa”, una variante della Borgognotta, di colore scuro per migliorare l’affinamento dei grandi vini e con la spalla leggermente più pronunciata.
Passando alle bollicine, innanzitutto è importante dire che cambia il vetro della bottiglia, è più spesso e resistente, perché deve poter reggere alla pressione interna dello spumante che può arrivare anche a 6/7 bar. Inoltre di solito il vetro è anche più scuro per proteggere il contenuto dalla luce e l’imboccatura della bottiglia è fatta in modo particolare per consentire un facile appoggio della gabbietta. Differente è anche il fondo: ha una forma conica rivolta verso l’interno, perché è la parte più delicata della bottiglia e in questo modo la pressione viene scaricata meglio, non in un solo punto.
°C’è la classica “Champagnotta” che generalmente si usa per gli spumanti metodo classico e gli champagne, con tutte le caratteristiche elencate sopra.
°C’è inoltre la “Champagne Cuvée” che ha il collo più lungo e la base più larga, la differenza è estetica per lo più, la scelta è del produttore, di sicuro se da una parte è meno gestibile per la conservazione perché occupa più spazio, dall’altro lato può essere più maneggevole nel servizio.
Dimensioni: per i vini classici, solitamente c’è il formato standard da 750 ml, il più piccolo da 375 ml e la Magnum da un litro e mezzo. Per lo più, oltre non si va. Per le bollicine esistono tantissimi formati, alcuni dai nomi bizzarri, per le grandissime occasioni o i collezionisti.
Dopo la Magnum da 1,5 litri, che corrisponde a due bottiglie, ci sono:
Doppio Magnum o Jeroboam da 3 litri– corrisponde a quattro bottiglie
Roboam da 4,5 l– corrisponde a sei bottiglie
Mathusalem da 6 l – corrisponde a 8 bottiglie
Salmanazar da 9 l – corrisponde a 12 bottiglie
Balthasar da 12 l – corrisponde a 16 bottiglie
Nabuchodonosor da 15 litri – corrisponde a 20 bottiglie
Salomon da 18 litri – corrisponde a 24 bottiglie
Primat da 27 litri – corrisponde a 36 bottiglie
Melchisedec da 30 litri – corrisponde a 40 bottiglie
In generale, se il vino è contenuto in bottiglie di più piccole dimensioni il processo di invecchiamento è più veloce. Ma i piccoli formati non sono adatti a lunghi invecchiamenti. Il vino infatti reagisce a contatto con l’aria: quindi più c’è spazio e contatto tra aria e vino, più sarà probabile che il vino si ossidi. Le bottiglie più grandi contengono in proporzione una percentuale di aria inferiore rispetto alla quantità di vino. Quindi la superficie del vino a contatto con l’ossigeno nella bottiglia è molto minore. E la maturazione avviene meglio e più lentamente nelle bottiglie più grandi.
Tutto chiaro? E allora…