Con 160 produttori e oltre 300 etichette tra vini biologici, biodinamici, naturali, orange, PIWI
Il Merano Wine Festival è giunto al suo 32esimo anno e continua nella tradizione delle recenti edizioni aprendo la manifestazione ancora con la rassegna dedicata “bio&dynamica“. In mesi di clima sempre più anomalo, con conseguenti catastrofi e devastazioni, il festival vuole ricordare come il valore della sostenibilità sia l’unica politica importante per preservare il territorio, puntando i riflettori anche sul futuro della vitivicoltura. Al via quindi, il 3 novembre, al Kurhaus di Merano, con un appuntamento dedicato ai vini biologici, biodinamici, naturali, orange, PIWI e vini da agricoltura integrata (se cercate nel blog ci sono diversi articoli che spiegano in modo semplice le varie tipologie di vino). Grazie alla crescente diffusione di questo segmento del mercato, il Merano WineFestival vedrà quest’anno in esposizione 160 produttori e più di 300 etichette bio&dynamica, un +50% rispetto all’anno pre-pandemia, con un appuntamento speciale, “Percorrendo l’Italia”, con l’enologo Luca D’Attoma. Un modo di accendere i riflettori ancora di più su vini che raccontano un’idea, quella di preservare la naturalità di un territorio salvaguardando la viticoltura per le generazioni future.
Vini biodinamici e varietà PIWI, ovvero vini derivanti dai nuovi genomi viticoli ottenuti dall’incrocio di viti resistenti alle sempre più invadenti malattie fungine. Helmuth Köcher, patron del festival, ha spiegato: “Puntare su vitigni resistenti e sostenibili significa intraprendere la strada migliore e più efficace per una reale viticoltura sostenibile. Infatti, è nota la loro naturale resistenza alle malattie fungine grazie alla quale è possibile ridurre drasticamente il numero dei trattamenti, in questo modo aumentando di molto la tutela dell’ambiente, dei territori e delle persone. Allo stesso tempo, questi vini sono capaci di raggiungere vette di eccellenza assoluta. Sostengo quanto detto, dopo avere visitato decine tra le aziende presenti nella rassegna bio&dinamica, alcune di queste trasformate anche in fattorie didattiche o fattorie sociali. Ho toccato con mano come la drastica riduzione dei trattamenti in queste aziende coincida con un minor consumo energetico e il compattamento del suolo, oltre all’abbattimento delle emissioni di CO2. Aziende presenti al Merano WineFestival perché capaci di produrre eccellenze sostenibili, spesso anticipando quello che dovrà essere il solco della viticoltura di domani“.
Vini che uniscono, partendo dal vigneto fino alla bottiglia, l’eccellenza qualitativa indispensabile per poter essere parte del Merano WineFestival, a un concetto di reale e concreta sostenibilità̀. Dallo studio scientifico in collaborazione con “Climate Partners” e condotto presso l’azienda Albafiorita (in provincia di Udine), emerge ad esempio che la gestione dei vitigni resistenti produce il 37,98% di CO2 in meno rispetto a quella dei vitigni tradizionali. Lo studio pioniere in questo campo ha misurato l’impronta di carbonio nella produzione di vini da varietà tradizionali rispetto a quella prodotta da vini da varietà resistenti. A parità di condizioni climatiche e territoriali, si è registrato un -37,98% di emissioni in termini di CO2 prodotta nella gestione di un vigneto con vitigni resistenti rispetto a quella emanata da uno con varietà classiche. Lo studio, condotto nel 2022, ha tenuto in considerazione tutti gli aspetti globali della produzione, dal vigneto alla commercializzazione, mettendo in luce l’importanza delle scelte imprenditoriali in tema di impatto ambientale. Inoltre, varietà resistenti alle principali malattie della vite come la peronospora, l’oidio e la botrite, permettono una sensibile riduzione dei trattamenti, così come un utilizzo moderato di antiparassitari e un risparmio nei consumi di acqua ormai diventato bene prezioso, viste le siccità che sempre più sfideranno l’agricoltura.
E allora…