Il racconto della mia visita in questa azienda in provincia di Arezzo, tra vini e olio
Ci sono piccole realtà che amo scoprire quando viaggio e che spesso si rivelano belle sorprese. Durante un giretto di tre giorni in Toscana mi sono imbattuta in Tenuta La Pineta a Castiglion Fibocchi, in provincia di Arezzo, e ho avuto la possibilità di visitare i loro vigneti, la cantina e di assaggiare i loro prodotti, vini naturalmente ma anche un olio squisito.
La tenuta appartiene dal 1985 alla famiglia Scortecci, si estende su una superficie di 110 ettari, di cui nove coltivati a vigneto e quattro a oliveto. La posizione è strategica perché siamo in collina a circa 300 metri sul livello del mare e intorno ci sono i boschi che creano un microclima ideale. Qui la filosofia è “piccolo è bello”, quindi la produzione di vino, olio extravergine di oliva e miele è limitata ma fatta con grande cura e amore.
Parliamo di circa 35mila bottiglie l’anno, declinate in 8 etichette. Siamo nel Chianti, quindi naturalmente si alleva Sangiovese soprattutto, oltre a Canaiolo, Cabernet Sauvignon, Malvasia, Trebbiano e Malvasia Nera, la vera sorpresa per me. C’è anche un’altra chicca che dovrò tornare ad assaggiare perché il vino non era ancora pronto: quello fatto con il Pugnitello, antico vitigno toscano da poco riscoperto e che in pochi producono e conoscono.
La raccolta delle uve a La Pineta è manuale, fermentazione e affinamento si fanno in acciaio, cemento e tonneaux. Il loro olio è nettare vero, su una fetta di pane, a crudo, mi ha colpito tantissimo; ovviamente l’ho acquistato e ha colpito anche mia figlia che per una volta ha seguito con piacere le mie degustazioni mangiando a volontà. Parlando di bottiglie ho provato:
–Il Guido: Chianti Superiore corposo e strutturato, prodotto con uve Sangiovese 90%, Canaiolo 5%, Cabernet Sauvignon 5%. Matura 6 mesi in cemento, 12 mesi in tonneaux di rovere francese e affina 6 mesi in bottiglia. Caldo, di buona persistenza, fruttato di more e lamponi, con note balsamiche e di peonie. Molto apprezzato.
–Il Canaiolo Toscana Canaiolo Nero IGT: 100% Canaiolo, era la prima volta per me che lo bevevo in purezza. Matura 12 mesi in vasche di cemento, 12 mesi tonneaux di rovere francese e affina altri 6 mesi in bottiglia. Un rosso rubino acceso che sa di more e ribes, chiodi di garofano e vaniglia, lo vedo benissimo con un ricco antipasto toscano di crostini, salumi e formaggi.
M.N. Malvasia Nera, Toscana Rosso IGT: il pezzo forte per me, un vino non filtrato di un rubino impenetrabile che fa oltre 14%, tra frutti di bosco maturi, quasi marmellatosi, spezie e cioccolato, l’intensità è forte e la struttura ancora di più, presenti anche tante note floreali, violetta. Anche questo matura 12 mesi in vasche di cemento e 12 mesi in tonneaux di rovere francese. Un vino apprezzatissimo all’estero e inserito anche dalla guida del Touring club tra “i vini da non perdere”.
Tenuta La Pineta lavora molto in Toscana ma soprattutto con il mercato britannico e americano, Nel 2021 il London Wine Competition ha assegnato tre medaglie d’argento, a tre delle sue etichette in gara: Il Guido (Chianti Superiore DOCG, 2016), Sasso Bisciaio (Chianti DOCG, 2017) e Bronzante bianco passito IGT (2011). Vi ho fatto venire un po’ di curiosità e voglia di provare i loro vini?
E allora…