Un piccolo vademecum per gustare al meglio ogni tipologia
Sembra una banalità ma non è così. In tanti si chiedono quale sia la temperatura corretta a cui va servito il vino e la risposta è una sola: dipende dal vino. La cosa importante innanzitutto è non pensare che il vino vada servito a temperatura ambiente, anche perché questa è molto relativa in base a dove ci troviamo e alla stagione. In secondo luogo, bisogna considerare le diverse tipologie di vino, le loro caratteristiche e nette differenze che comportano il fatto che ogni vino rosso, bianco, rosato, bollicina, e poi andremo più nel dettaglio, richiede una temperatura precisa per poter esaltare al meglio tutte le specificità e qualità. Come dire: se vogliamo bere bene e capire un vino, assaporarlo, dobbiamo “rispettarlo”.
Cercando di parlare in modo semplice, bisogna sapere che la temperatura di servizio di un vino ne modula in un certo senso l’equilibrio. E l’equilibrio gustativo, il bilanciamento di un vino che si cerca nell’assaggio, è anche nel rapporto tra le sensazioni di durezza e morbidezza.
Alla sensazione di durezza concorrono l’acidità di un vino, i tannini, la mineralità, l’effervescenza; a quella di morbidezza gli zuccheri, l’alcol, la scorrevolezza in bocca. Considerando questo, insieme al fatto che ogni vino ha delle caratteristiche sue che devono emergere e che lo rendono unico, possiamo usare questo breve schema riepilogativo con le temperature suggerite per servire ogni tipologia di vino. Tenendo presente che le temperature più alte acuiscono le morbidezze mentre quelle più basse acuiscono le sensazioni di durezza. Resta fermo il fatto che non è detto che un vino in cui durezze e morbidezze sono perfettamente bilanciate sia migliore di un vino più “spostato” sulle durezze o viceversa.
Rossi giovani: la temperatura consigliata è di 14-16 gradi;
Rossi evoluti e corposi: 16-18 gradi, per farli aprire, renderli ancora più morbidi e scorrevoli in bocca, se parliamo poi di un rosso maturo con tanti tanti anni possiamo anche arrivare a 18-20 gradi;
Bianchi giovani: 8-10 gradi è la temperatura ideale per apprezzarne la freschezza e i sentori di fiori e frutta, la mineralità;
Bianchi più strutturati: 10-12 gradi per apprezzare i sentori di un affinamento più lungo, la maggior complessità aromatica;
Servire un bianco a una temperatura più alta ne esalterebbe la dolcezza a scapito di acidità e sapidità che sono le sue gradevoli caratteristiche.
Rosati giovani: 10-12 gradi per esaltarne freschezza e mineralità;
Rosati corposi: anche 12-14 gradi;
Rispetto a un bianco nei rosé c’è l’aspetto tannico, quindi meglio una temperatura un po’ più alta per non renderli troppo astringenti;
Bollicine: 6-8 gradi, alcuni per certe tipologie di grande qualità consigliano anche 4-5 gradi.
Parliamo di Champagne, Franciacorta, Prosecco, Moscato Dolce e altre bollicine. Una temperatura più bassa permette di apprezzare al meglio sensazioni di dolcezza che con troppo calore risulterebbero quasi stucchevoli e ne esalta freschezza e sapidità.
Ora il consiglio è di fare un esperimento, giuro che l’ho fatto anche io: bere lo stesso vino a temperature diverse e sentire quanto cambia. Adesso sono molto esigente e quando bevo fuori casa, da amici o al ristorante, pretendo un servizio impeccabile sulla temperatura. Scegliere un gran vino e berlo nel modo sbagliato è qualcosa di intollerabile, un grandissimo peccato. Non trovate?
E allora…