Un vitigno autoctono difficile che con la Ribolla sarà il futuro dell’azienda di Oslavia
Novità in casa Gravner, la cantina di Oslavia, piccola frazione di Gorizia, in Friuli, vicino al confine con la Slovenia. Arriva sul mercato il loro Rosso Breg con l’annata 2007, dopo 5 anni di botte e 9 di bottiglia. Un vino che nasce da uve Pignolo fermentate sulle bucce in anfora interrata – in tini di legno fino all’annata 2005 – con lieviti indigeni e senza alcun controllo della temperatura. Imbottigliato con Luna calante senza chiarifica né filtrazione, è un vino ricco di tannini, che non ha fretta.
Vi starete chiedendo perché si parla della Luna; per questa cantina è fondamentale, ricorda infatti che in passato i contadini prestavano molta attenzione all’influenza dei Pianeti e delle fasi lunari, li controllavano sempre per scegliere il momento migliore per i lavori nei campi e in cantina. E Gravner utilizza un calendario lunare per decidere i giorni più propizi per le operazioni come la potatura, la semina e il raccolto. Secondo questo calendario, con la Luna calante bisogna raccogliere i frutti o potare, così come dedicarsi ai lavori in cantina. E che cantina! Gravner ha bandito la tecnologia moderna e ha voluto tornare “alla terra”, con anfore interrate provenienti dal Caucaso.
Come la Ribolla per i vini da bacca bianca, Joško Gravner ha scelto il Pignolo per i vini da bacca rossa e tutti i nuovi impianti sono stati realizzati con questa varietà. Gravner ha deciso di dedicarsi infatti esclusivamente alla valorizzazione degli autoctoni. Un’idea che risale ai primi anni ’80, complice anche l’incontro con Luigi Veronelli che lo ha sostenuto in questa scelta. Joško ha sentito la necessità di affiancare alla Ribolla un vitigno a bacca rossa e ha iniziato la sua ricerca. Per due anni ha assaggiato i vini da vitigni autoctoni di altri produttori, ma ha capito che il vino è l’interpretazione del vitigno. É tornato quindi alla fonte, ad assaggiare direttamente le uve innamorandosi del Pignolo e, grazie al produttore Girolamo Dorigo, ha piantato la prima vigna negli anni ’90.
Il Pignolo è un vitigno antico, in Friuli da moltissimi anni: le prime notizie scritte risalgono già al XIV secolo e testimoniano una diffusione a macchia sulle colline di Rosazzo. Nella zona di produzione di Oslavia non è però riconosciuto né dalla DOC né dalla IGT e Joško lo ha dovuto imbottigliare come vino da tavola. Il primo vino è uscito nel 2003, senza annata e senza indicazione del vitigno.
“Il pignolo è un genio viziato – ha sottolineato Joško Gravner – un vitigno difficile, con pochissime certezze e ancora meno punti fermi. Una varietà che soffre il vento, che lignifica molto velocemente rendendo impegnativi i lavori in vigna, ma soprattutto che è stata poco considerata in passato, quindi poco propagata, e per questo presenta una grandissima variabilità anche tra piante dello stesso vigneto”. Negli anni la superficie a Pignolo nei vigneti Gravner è aumentata e oggi le viti sono 12.000, con una produzione molto variabile nelle diverse annate, che oscilla da 1.200 a 3.000 bottiglie.
E allora…